Il 3 ottobre al Teatro Verdi di Gorizia, AIDO FVG ha presentato lo spettacolo-laboratorio “Il CircoLo del Dono. Un’esperienza da vivi”, dedicato alle scuole al mattino e alla cittadinanza in serata. Tra sketch, proiezioni, dialoghi con gli organi del corpo e la testimonianza di un trapiantato, l’evento ha saputo coniugare un linguaggio innovativo con un messaggio profondo sul dono e la vita.
Uno spettacolo al mattino per le scuole e uno di sera per tutta la cittadinanza: è il format che AIDO Fvg ha proposto a Gorizia lo scorso 3 ottobre. L’evento è parte del programma GO! 2025 – Gorizia Capitale Europea della Cultura, e affronta temi come tolleranza, empatia, generosità, resistenza attraverso un percorso teatrale che valorizza i talenti individuali e il dono concreto di una vita. Il Circolo del Dono è stato proposto a oltre 200 studenti di quattro classi provenienti dall’Istituto tecnico D’Annunzio, dal liceo artistico Fabiani, dall’istituto professionale Cossar, dall’ISIS Brignoli-Einaudi-Marconi e Ginnasio e il ginnasio e scuola con indirizzo sanitario di Nova Gorica al Teatro Verdi di Gorizia. In serata si è svolta la replica alle 20.30, con ingresso libero, rivolta a un pubblico più ampio, e a cui ha partecipato anche il prefetto di Gorizia dottoressa Ester Fedullo, l’assessore comune Silvana Romano e il consigliere regionale Carlo Bolzonello. Trade d’union tra la mattina e la sera, il dott. Roberto Peressutti coordinatore del Centro Regionale Trapianti.
Per tutta la giornata sono stati presenti in città i banchetti comunitari e il mezzo mobile dell’ADMO per la tipizzazzione di tutte le 9 associazioni del dono che hanno partecipato e sostenuto l’evento: AIDO Fvg, ADMO, ADO, AFDS, AVIS Fvg, FIDAS, ACTI, ANED, APPED.
Un linguaggio attivo per il tema del dono
La performance combina proiezioni, quiz, sketch ispirati a un “Talent show” in cui, in ordine alfabetico, vengono rappresentate virtù e talenti interiori da coltivare. È un invito rivolto ai ragazzi a riconoscere le proprie qualità, facendole “circolare” verso gli altri.
Durante lo spettacolo, gli organi del corpo prendono la parola e interagiscono (cervello, fegato, occhi, pelle, cuore…), illustrando in modo vivace e parlante il loro ruolo, magari con ironia ma anche con momenti di forte intensità.
È poi intervenuta la testimonianza di Andrea Somenzi, trapiantato di rene: l’uomo ha raccontato l’esperienza della lunga attesa, la rinascita post intervento e quanto il dono abbia trasformato la sua vita.
Coinvolgimento e interazione
Durante lo spettacolo, al pubblico è stato proposto di usare un QR code per generare una word cloud dei talenti personali più sentiti — e i termini “empatia”, “generosità”, “affettuosità” sono emersi con forza.
Il dottor Roberto Bigai, muovendosi fra la platea, ha stimolato il dialogo con i ragazzi sui concetti di dono, scelta consapevole e trapianto.
Scopo, messaggio e obiettivi
Alla base dello spettacolo c’è l’intento di comunicare ai giovani — che si trovano nell’età in cui possono esprimere consenso o rifiuto alla donazione — l’importanza di una decisione consapevole. Durante il rilascio della carta d’identità è infatti possibile scegliere “sì” o “no” alla donazione di organi e tessuti, e questa scelta può essere modificata anche in seguito.
Il presidente AIDO FVG, Marilaura Martin, ha sottolineato che l’iniziativa è sostenuta da un contributo regionale e mira proprio a parlare ai giovani con modalità nuove, affinché il dono non resti un concetto astratto ma diventi esperienza reale.
Attori in scena
Sul palco si sono alternati:
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Stefania Petrone e Donata Lelleri, con il loro bagaglio teatrale, musicale e di animazione socio-culturale;
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Stefano Carbone, psicologo di comunità e consulente AIDO nella comunicazione del tema del dono;
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Roberto Bigai, medico anestesista e coordinatore AIDO che ha guidato il racconto, coinvolto anche fisicamente nel percorso scenico.
Esiti e suggestioni
Lo spettacolo ha saputo conciliare leggerezza e profondità: l’uso di scenette ironiche e momenti partecipativi ha permesso di introdurre temi seri come il dono degli organi senza appesantire l’ascolto.
La presenza della testimonianza di un trapiantato con la propria storia ha reso tangibile la vita che può nascere da un gesto come il dono; l’esperienza è stata una forte sensibilizzazione sui temi della donazione e della responsabilità individuale.
In serata, il teatro Verdi ha accolto cittadini e giovani in una suggestiva replica che ha rafforzato il dialogo tra cultura, consapevolezza e speranza.














